Sabato 25 marzo il Signore ci ha fatto il grande dono di visitare per la terza volta i detenuti della Casa Circondariale di Caltagirone.
Siamo partiti alle 9:00 in punto da Ragusa, niente traffico, nessun intoppo. Alle 10:00 arriviamo all'ingresso e, lasciati i documenti d'identità, ci accingiamo a fare i controlli di routine del materiale che avremmo dovuto portare dentro.
Insieme a noi arrivano anche le suore che lavorano all’interno del carcere e che sono state un dono prezioso per questi incontri.
Mentre aspettiamo di entrare al teatro, luogo dove si svolgerà l’incontro, apprendiamo, contrariamente a quanto sapevamo prima, che i detenuti che si presenteranno sono tutte persone che non avevano partecipato ai due eventi precedenti; quindi, dopo tante preghiere, abbiamo cercato di strutturare l'incontro in maniera diversa, modificando interamente il programma. Tutto questo all’inizio ci agita, ma ci affidiamo a Dio con forza e in men che non si dica la scaletta è stravolta e l’incontro è pronto.
Finalmente arrivano i nostri fratelli detenuti che si siedono nelle prime file: il Signore aveva abbattuto qualsiasi barriera, non c'eravamo noi e loro, ERAVAMO UN'UNICA COSA!!!
Tanti volti nuovi, tanti fratelli di cui il Signore quella mattina ci faceva dono.
Iniziamo con canti di lode, un piccolo annuncio, si continua con il mimo, con la testimonianza, il video e prima di chiudere annunciamo la parabola del figliol prodigo.
Ecco che si manifesta in maniera palese la grazia di Dio: i loro visi erano raggianti, stavano ascoltando la voce del "Padre" che li chiamava per nome, che correva loro incontro per fare festa.
Dio stava dicendo: - FACCIAMO FESTA PERCHÉ ERI MORTO E SEI TORNATO IN VITA, ERI PERDUTO E SEI STATO RITROVATO!!!
Che bello vedere come il Signore cambia i cuori, li consola, li riempie del Suo amore che non pone condizioni e che non ha limiti.
L'incontro volge al termine, ma il Signore vuole farci comprendere ancora una volta che le barriere sono state abbattute: si alza un detenuto e chiede il permesso di salire sul palco insieme ai fratelli che animavano l'incontro chiedendo di poter cantare un'Ave Maria in dialetto napoletano, detto - fatto.
E' proprio vero: NON C'ERAVAMO NOI E LORO MA ERAVAMO DIVENTATI UN'UNICA COSA!!!
RINGRAZIAMO DIO PERCHÉ CI FA "SCONFINARE", ci fa comprendere che la sua misericordia non ha confini, è senza limiti. LA SUA MISERICORDIA È PER TUTTI!
AMEN E ALLELUIA