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02 Febbraio 2021

Ministero della consolazione

Mi sono dimenticato di parlarti di una Donna speciale che veglia su tutti noi sempre: Maria Santissima. Invocatela spesso, pregate il Rosario in famiglia e consigliatelo: lui è un’arma potentissima contro il maligno.
Con questa ultima raccomandazione il nostro amato don Salvatore Tumino, concludeva la sua ultima lettera prima della sua nascita in cielo.
Un’esortazione premurosa e attenta, con la quale ci raccomanda la devozione filiale a Maria, stella dell’evangelizzazione, Colei che con la sua materna intercessione ci guida a Gesù.
Poteva un così premuroso e pressante invito (quanto amore e fervore nel cercare di portare anime a Dio) restare disatteso?

Nasce così, per intuizione di alcuni fratelli, l’invito, rivolto a tutti e in particolare ai malati che sono negli ospedali e nelle case di cura, a recitare il Santo Rosario, facendo dono di un rosario costruito artigianalmente da loro stessi.
E’ iniziata così questa opera di apostolato verso gli ammalati, andandoli a trovare periodicamente nei luoghi di cura, negli ospedali, ascoltando le loro storie, le loro difficoltà, i loro bisogni, facendo loro anche un po' di compagnia ed esortandoli con amore a rivolgere il loro sguardo e le loro suppliche a Maria, madre nostra, attraverso la recita del SS. Rosario.

Dopo aver pregato e invocato il dono dello Spirito Santo, andiamo a due a due ad incontrare gli ammalati, nelle stanze degli ospedali o nelle case di cura. Iniziamo questa visita pregando insieme a loro e subito l’azione di grazia dello Spirito Santo invade i nostri cuori con il suo amore e ci dà la grazia di amare, in modo vero e gratuito, la persona che ci sta davanti.
Quante grazie elargite attraverso l’intercessione di Maria, quante conversioni del cuore, quanta pace, quante lacrime sincere e sguardi pieni di gratitudine abbiamo visto in tanti fratelli. Con la consolazione che abbiamo ricevuto da Dio amiamo e consoliamo gli ammalati.

In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Matteo 25, 40).
Questo andare perché il mondo brucia (parole di don Salvatore) è l’andare a cercare il fratello, la sorella che soffre e che nella sofferenza cerca la forza, la speranza, la consolazione e quindi cerca Cristo, l’unico che ha una risposta sicura alla sofferenza e l’unico che può dare la pace e la forza per superare ogni prova che si presenta nella vita di ognuno di noi, soprattutto la malattia.
Preghiera e azione, fede viva, vangelo vissuto, così come i santi ci insegnano.

Oggi tanti fratelli esercitano questo ministero: ci sono alcuni che si impegnano a “costruire” i rosari in casa; altri che si incaricano di intagliare il legno per fabbricare le crocette, altri ancora che si incaricano di imbustare e chi di reperire il materiale, che spesso arriva attraverso la provvidenza che percorre vie misteriose e impensabili, e questo è un segno molto importante che ci sorprende e ci commuove allo stesso tempo.
Dalle testimonianze possiamo affermare che si realizza ancora una volta la parola che dice che c’è più gioia nel dare che nel ricevere: vanno per consolare e sovente vengono consolati.
Le testimonianze a questo proposito sono tante e tutte procurano una grande gioia e incentivano ad impegnarsi in questo ministero. Maria SS. sicuramente prega e intercede presso il Figlio perché il SS. Rosario possa diffondersi ovunque e specialmente nelle famiglie.

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