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«Come diventare Santi?»: ritiro spirituale

29 Settembre 2025

Il 21 settembre 2025, le Cellule di evangelizzazione dei giovani si sono riunite per vivere insieme una giornata di ritiro spirituale, dedicata a un tema fondamentale: la santità.

La giornata è iniziata nella semplicità e nella gioia, con una colazione condivisa che ha subito messo al centro la fraternità. Subito dopo, ci siamo messi in cammino pregando insieme il Santo Rosario, partendo da Piazza San Giovanni per raggiungere il Monastero delle suore Carmelitane.

È stato un momento che ha avuto il sapore di un vero pellegrinaggio: passo dopo passo, ci siamo affidati a Maria, mettendo nelle sue mani la nostra giornata, le nostre intenzioni, le nostre vite e la nostra santità. C’erano con noi tanti bambini, perché nelle nostre cellule ci sono molte giovani famiglie. Vederli camminare e pregare insieme agli adulti ha reso tutto ancora più autentico, come se la fede fosse tramandata lungo il cammino stesso, di generazione in generazione. La gente che incontravamo rimaneva incuriosita: qualcuno si fermava a guardarci, qualcuno si affacciava dalle finestre e si univa a noi nella preghiera. È stato bello percepire come la testimonianza semplice di un gruppo di giovani in cammino potesse toccare i cuori, seminando qualcosa anche in chi non si aspettava di incontrarci.

Giunti al monastero, ci ha accolti Madre Paola, la priora. Il suo intervento è stato il cuore del ritiro. Con un linguaggio diretto, semplice e allo stesso tempo profondo, Madre Paola ci ha ricordato che la santità non è un privilegio di pochi né un obiettivo irraggiungibile. “Basta volerlo”, ha detto con fermezza, sottolineando che tutta la spiritualità dei santi si può riassumere in una frase: Fare la volontà di Dio nel quotidiano così come si presenta. Non sono i gesti straordinari a rendere santi, ma la fedeltà a Dio nelle piccole cose di ogni giorno, l’imitazione di Cristo e della Madonna, il vivere con amore le situazioni così come arrivano.

Ha sottolineato che ciascuno di noi porta dentro un “programma originale” scritto da Dio, e che la santità consiste nel rimanere fedeli a quel progetto, lasciando che la grazia ci accompagni. Ci ha anche ricordato che la vera gioia non è quella apparente del mondo, ma quella che nasce dalla pace interiore di chi sa di essere nella volontà di Dio.

Con particolare intensità Madre Paola ha parlato dell’Eucaristia. “Dio ci viene a vivere fra gli spazi immensi dell’ostia divina”, ha affermato con commozione ricordando le parole della Beata Maria Candida dell’Eucarestia, spiegando che in essa c’è tutto: il paradiso, la vita, la comunione dei fratelli, l’amore stesso di Dio che si dona. Ricevere l’Eucaristia non è un gesto privato, ma un atto che unisce e che chiama ciascuno a vivere la fraternità in modo concreto e autentico.

Dopo l’incontro con Madre Paola, abbiamo celebrato la Santa Messa nella chiesa del Monastero. Terminata la celebrazione ci siamo spostati nella nostra comunità “Eccomi manda me” per condividere il pranzo. Anche questo momento, fatto di racconti, sorrisi e scambio, ha reso concreto ciò che avevamo ascoltato: la santità non è un cammino solitario, ma una strada da percorrere insieme, sostenendoci a vicenda. Nel pomeriggio, l’adorazione davanti all’Eucaristia ha sigillato la giornata. Nel silenzio della preghiera, ciascuno ha potuto interiorizzare il messaggio ricevuto: non ci si salva da soli, la santità si vive con i fratelli.

Per me questo è stato il momento più bello. Davanti all’Eucaristia siamo stati invitati a dire ai nostri fratelli una frase semplice, ma potente: “Ho bisogno di te per diventare santo”. Dire queste parole abbracciando un fratello o una sorella è stato toccante. Non è un gesto scontato, perché spesso diamo per assodato che gli altri sappiano quanto siano importanti per noi, senza mai dirlo davvero. In quel momento ho compreso che la santità non è un cammino individuale, ma un dono reciproco, che passa anche attraverso la capacità di riconoscere l’altro come parte indispensabile del mio cammino verso Dio. Ogni abbraccio scambiato in quella preghiera è stato come una carezza all’anima, un segno tangibile dell’amore di Dio che ci unisce.

Porto nel cuore questa giornata come una chiamata a vivere la santità con semplicità, fedeltà e condivisione. Ho capito che non posso percorrere questa strada da sola: ho bisogno di Dio e dei miei fratelli. E questa consapevolezza, più di ogni parola, mi ha commossa profondamente.